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Quest’estate, in occasione della partenza per le vacanze, ci era capitato di trovarci a Malpensa nella necessità di un accesso Internet e ci era capitato che all’ufficio informazioni, alla richiesta di dove si potesse trovarne uno, ci rispondessero più o meno come se avessimo chiesto dove potessimo trovare del buon fumo, spiegandoci che gli Internet Point erano stati chiusi dall’anti-terrorismo “perché i terroristi li usavano per organizzare gli attentati“. Al di là dell’intelligenza dell’addetta che così si era espressa, mi era sfuggito il motivo di questa decisione ridicola: ho poi scoperto sul blog di Gilioli questo articolo dal quale ho appreso che la sparizione degli Internet Point è uno dei tanti effetti assurdi del Decreto Pisanu, a causa del peso della burocrazia introdotta necessità di schedare tutti coloro che utilizzavano gli Internet Point. Il decreto scadeva al 31 Dicembre scorso ma è stato recentemente prorogato.
Sono convinto che tra i tanti che si stanno battendo contro il Decreto Pisanu la convinzione diffusa è che la nostra classe politica sia contraria alla diffusione di Internet perché lo considera una fonte di informazione difficilmente controllabile e manipolabile. Io penso che invece il problema sia semplicemente l’ignoranza di chi ci governa, un’ignoranza che ci inchioda ad un condizione di sottosviluppo che è tipica di chi, non conoscendo ciò che gli viene incontro, preferisce le sicurezze del passato all’incertezza del futuro.
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